archivio

Archivi tag: teatro

di SIMONA POLVANI

_________________________________________________________________________________________

I. PROLOGO

AGLIANA 05_09_2021

Non scrivo di televisione né di musica, solitamente. Scrivo di arti performative e di arte contemporanea. Scrivo di performance. E l’atto di scrivere non avviene mai senza aver visto in live un(’)artista e averci condiviso uno spazio d’aria.Il testo che leggerete nasce in assenza di tale spazio e di live. È frutto di una posizione equivoca, quella di una spettatrice televisiva che guarda una performance musicale in una nota kermesse canora italiana, il Festival di Sanremo. Pur consapevole di essere di fronte a uno schermo e a una performance televisivi, da una parte prova a bucarlo, come lo buca l’artista di cui ha deciso di scrivere, dall’altra a trattarla come una performance teatrale live. Come se i miei occhi potessero muoversi davvero su tutti i lati di un palcoscenico, gettarcisi dentro, coglierne ed isolarne i dettagli, e non fosse invece l’occhio della telecamera, inquadrando, a stabilire e imporre il punto di vista, nella logica di una ricerca di effetti che “niente pare davvero far vedere”, almeno secondo la libertà di sguardo della spettatrice teatrale che sono. Si tratta di un esperimento da equilibrista, frutto di un periodo – pare esagerato ancora definirlo epoca – in cui la pandemia del covid-19 ci ha privati dello spazio del respiro comune in ogni ambito e in particolare nel mondo dello spettacolo e dell’arte, condannati a prolungate chiusure. L’urgenza di scriverne, nella procrastinazione di un live diventato impossibile, si è diluita ma non persa. Piegata come un giunco – strategia di sopravvivenza che ho rivaluto –, essa si è radicata nel disegno di un ritratto d’artista, a distanza, anche temporale. Lasciato decantare il diktat dell’attualità, è il caso di dire “chi se ne frega”. Dalla primavera riemerge adesso, en septembre.

___________________________________________________________________________________________________

II. IL CORPO

PARIGI 22_04_2021

”È giunto il nostro momento. La nostra stessa fine in questa strana fiaba. La più grande storia raccontata mai. Maschere dissimili recitano per il compimento della stessa grande opera. Tragedia e commedia. Essenza ed esistenza. Intesa e incomprensione. Elementi di un’orchestra troppo grande per essere compresa da comuni mortali. È giunto il nostro momento. Colpevoli, innocenti. Attori, uditori. Santi, peccatori. Tutti insieme sulla stessa strada di stelle. Di fronte alle porte del Paradiso. Tutti con la stessa carne debole. La stessa rosa che ci trafigge il petto. Insieme, inginocchiati davanti al sipario della vita. E così sia. Dio benedica Solo Noi Esseri Umani”

(Achille Lauro, Quinto quadro, Sanremo 2021)

“Ceci n’est pas une pipe” (Questa non è una pipa), scriveva Magritte nel suo celebre dipinto La Trahison des image(1928-29), sotto la raffigurazione di una pipa, creando a prima vista un paradosso, mentre affermava il principio che la rappresentazione pittorica di un oggetto non è l’oggetto stesso.

“Performance teatrali in quattro minuti” e “quadri”, tra arte figurativa e tableau vivant, definisce Achille Lauro le sue quattro esibizioni musicali di Sanremo 2020 e le cinque creazioni – una per ogni sera del festival – che ha realizzato come ospite d’onore per Sanremo 2021.

Di riferimenti al teatro sono disseminate le sue canzoni, dove si incontra persino la parola “teatralità” (brano Come me, album Lauro, 2021). Del resto, il suo romanzo di esordio si intitolava Sono io Amleto (Rizzoli, 2018). Può apparire rischioso avventurarci in questa seppur breve analisi dal punto di vista scenico di performance – nel senso largo di “esibizione”, “spettacolo” – la cui natura prima è incontestabilmente musicale, e che sono concepite all’interno di un festival che è un programma televisivo. 

Tuttavia, questa rivendicazione di genere artistico da parte dell’artista romano, e quindi in un certo senso di sconfinamento del genere, assieme ad alcuni elementi scenici propri delle sue performance, ci sembrano argomenti legittimi per interessarsi alle sue esibizioni anche dal punto di vista teatrale e performativo.

SANREMO 2020, SLIDES DI PERSONAGGI

Che la musica possa essere al centro di performance teatrali, come filo conduttore (trama e personaggio) e non semplicemente come elemento di sottolineatura o generatore di atmosfere, non è una novità. Il riuscitissimo spettacolo MDLSX (2015) dei Motus si snoda nell’esperimento di un Dj/Vj set mirabolante della performer Silvia Calderoni. “Performance-Mostro”, secondo la definizione dai suoi autori, essa si propone come “un inno alla libertà di divenire, al gender b(l)ending, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria”. Temi e intenti che ritroveremo nelle performance di Achille Lauro, così come l’idea formale della fuoriuscita dai generi, anche artistici. Mentre Silvia Calderoni nel perseguimento di tali visioni introduce in MDLSX la musica come elemento di rottura della performance teatrale, Achille Lauro fa un movimento inverso. Nelle performance musicali sperimenta una ricerca sulla teatralità, cimentandosi in una forma di spettacolo basata sul travestimento. Per quanto in Italia già introdotta quaranta anni fa da Renato Zero, come lo stesso Achille Lauro riconosce, essa rompe con l’esibizione musicale classica nell’ambito del rock-pop.

Per il brano Me ne frego, proposto a Sanremo 2020 in duo con il chitarrista e producer Boss Doms, Achille Lauro, assieme al suo art director Nicolò Cerioni ( e al suo produttore Angelo Calculli), costruisce una performance in cui nella ripetizione pressoché invariata ogni sera della partizione gestuale, evoca, senza recitarli, San Francesco, David Bowie/Ziggy Sturdust (già maestro sublime del glam rock), la Marchesa Luisa Casati Stampa e la regina Elisabetta I Tudor. Si tratta di figure scelte come emblemi di rottura e anticonformismo, funzionali a un discorso sulla libertà e la liberazione dagli stereotipi di genere. Ognuno dei personaggi è rappresentato attraverso un riferimento iconografico e/o gestuale (per esempio la spogliazione del mantello per San Francesco), e incarnato in un costume specifico che agisce come catalizzatore scenico, frutto della collaborazione con lo stilista Alessandro Michele per Gucci. L’iconica Maison italiana ha fatto della fluidità di genere l’ossatura delle sue ultime collezioni, interventi nel mondo dell’arte e scelta di testimonial: Achille Lauro e la stessa Silvia Calderoni, che è protagonista del film in sette episodi Ouverture Of Something That Never Endeddiretto dal regista pluripremiato Gus Van Sant e da Alessandro Michele. I costumi firmati Gucci per le performance di Lauro non sono solo glamour, ma strepitosamente belli. Grazie alla loro strutturazione architettonica e alle scelte cromatiche e materiche, contribuiscono a introdurre una componente plastica nella dimensione scenica, tra pittura e scultura. Mai didascalici, estraendo un motivo simbolico emblematico, lo reinterpretano e attualizzano, in una miscela di passato e presente, segni femminili e maschili. Reinventano un’immagine futura sui generis. Nessun personaggio, nella stratificazione, appare univoco. La trasparenza delle citazioni impedisce inoltre che Achille Lauro in scena sia sempre “solo se stesso”. Come egli dichiara, non si tratta infatti “di interpretare un personaggio, ma di indossarne gli abiti”. Tale assenza di personificazione, riconoscibile, fa sì che il corpo di Lauro e la sua identità restino visibili e presenti oltre il costume. Ne risulta una performance ibrida, per sovrapposizioni, dall’apparenza fluida e magnetica, in cui coesiste il personaggio evocato con la persona – anche in senso di maschera – di Achille Lauro, performer, rock star che indossa l’abito di un’altra figura.

La presenza di Boss Doms, partner in crime di Lauro, diventa il fulcro del discorso sui generi. Il bacio che con un gesto finanche rapace, l’artista sera dopo sera imprime sulla bocca di Boss Doms, oltre a concretizzare la manifestazione di un desiderio omosessuale sul palco sanremese, costituisce un rituale di smarcamento rispetto ad assegnazioni definite di genere sessuale, tanto più nel rifiuto categorico di Lauro di identificarsi in un orientamento sessuale definito come etero o omossessuale o nell’identità binaria.

SANREMO 2021, TABLEAUX VIVANTS 

Per Sanremo 2021, il dispositivo si struttura attorno a una costruzione scenico-drammaturgica che intende acquisire maggiore complessità. Innanzi tutto, non si tratta più di “indossare” un personaggio diverso per lo stesso brano musicale, ma di costruire cinque tableaux vivants per altrettanti pezzi rappresentativi dei generi musicali del glam rock, del rock & roll, del pop, del punk, attraverso canzoni del repertorio dello stesso Lauro: Solo noi per il glam rock; Bam Bam Twist per il rock & roll, Penelope per il pop, Me ne frego per il punk, ed infine C’est la vie come omaggio alla atmosfere orchestrali che appassionano Lauro. La finalità è cogliere “l’essenza” di tali generi, ricorrendo a una costruzione allegorica. Per realizzarla, Achille Lauro, accompagnato ancora da Nicolò Cerioni, ricorre alla produzione, combinazione e sovrapposizione di immagini, che sono a loro volta il prodotto di un procedimento citazionale, da sempre la sua cifra poietica ed estetica anche nelle creazioni musicali. 

La visione allegorica, per quanto trovi in Lauro il suo centro, non è più solo “indossata” da lui, attraverso i costumi, alcuni particolarmente sorprendenti, creati ancora da Alessandro Michele/Gucci. Essa è condivisa e disseminata tra gli artisti ospiti invitati a recitare, danzare, cantare, suonare nei quadri: Monica Guerritore, Claudio Santamaria e Francesca Barra, Emma Marrone, Fiorello, Boss Doms, il danzatore Giacomo Castellana. Figure reali del panorama musicale o fittizie della mitologia greca, spezzoni di film, opere dell’arte classica e contemporanea, simboli della religione cristiana, si iscrivono e sono portati, quindi, anche con verve ironica e a tratti iconoclasta, dai corpi di Lauro e degli altri artisti protagonisti. 

Senza voler ripercorrere i tanti giochi di rimandi presenti nei vari quadri, ci limitiamo a fornire alcuni elementi che permettano di considerare la pluralità di riferimenti e suggestioni che si intrecciano e stratificano nelle varie performance. Nel primo quadro, con una chioma azzurra sfrangiata, Achille Lauro rende omaggio al glam rock, indossando un costume da angelo combattente e Cupido. È una evocazione inequivocabile del personaggio del cantante Brian Slate, già ispirato a David Bowie, interpretato dall’etereo Jonathan Rhys Meyers, nel film capolavoro Velvet Goldmine (1998), che proprio del glam rock traccia la storia.Nel quadro dedicato al pop, Monica Guerritore recita un breve intenso monologo ispirato al mito di Penelope, rivisto in chiave femminista. Tutta la scena risulta ispirata all’epoca classica. All’interno di una scenografia di colonne antiche e alberi dorati, Lauro con peplo e corona d’alloro, interamente dipinto d’oro, in piedi su una stele, statuario e fragile a un tempo, duetta con Emma Marrone, anche lei tutta in oro. La coppia Claudio Santamaria e Francesca Barra mima Vincent Vega/John Travolta e Mia Wallace/Uma Thurman nel celebre twist del film Pulp Fiction, per il quadro sul rock & roll, mentre Lauro si cimenta nella citazione di Mina. Ispirandosi a una serie di foto della cantante, realizzate negli anni ’80 da Mario Balletti, ne riproduce trucco e acconciatura, giocando con una diavolesca lunghissima treccia rossa. Per il quadro sul punk di Me ne frego, Achille Lauro ritrova Boss Doms. In versione sposa, il primo, fluttua in un candido abito–nuvola di piume di struzzo e organze, imbracciando la bandiera italiana, come una nouvelle Liberté guidant le peuple di Delacroix. In tailleur bianco e ornato di velo nuziale, Boss Doms riceve il suo bacio, come a Sanremo 2020, a suggellare il connubio. La performance si vuole però anche omaggio a Sid Vicius dei Sex Pistols nella sua caustica interpretazione di My Way

Per quanto si ricorra certo ad alcuni processi di teatralizzazione, questa – ed è ciò che risulta interessante – non risulta mai completa, perché la maschera e i ruoli che Achille Lauro di volta in volta “recita” appaiono solo come una delle tante sfaccettature cangianti del suo corpo, al contempo impacciato, enigmatico, fragile e guerriero, e del suo volto imprendibile. Risalta l’energia pulsionale, che attraversa le interpretazioni. A volte incanalata in un’immobilità apparente, altre debordante in cascate, scivolate e rotolate a terra repentine, a cui ci hanno abituato molte star del rock e punk, appare in una partitura di gesti probabilmente prestabiliti, ma che non si organizzano in una coreografia millimetrata, lasciando spazio a un margine vitale di improvvisazione.

Dal punto di vista della composizione, ogni quadro è completato da un’opera video, in bianco e nero, che attraverso un processo di dissociazione, cristallizza come icona un momento della performance live di Achille Lauro, mentre la voce recita in sottofondo testi poetici, impregnati di immaginario teatrale. Definiti “lettere”, in forma di appello e preghiera rivolti al mondo come a un ipotetico Dio creatore dell’umanità, essi rappresentano i manifesti esistenziali e politici dei quadri.

L’iconografia religiosa cristiana, da sovvertire, attraversa le performance e segna anche i momenti di incursione dell’artista nel territorio della body art, di cui alcune pratiche di mutilazione sono ricreate fittiziamente a uso drammatico e spettacolare. Nel primo quadro, le lacrime di sangue grondanti sul viso dell’artista rimandano immediatamente alla lacrimazione della Madonnina di Civitavecchia – come Achille Lauro riconosce. Altri riferimenti ci paiono suggestivi. Ancora nel mondo del pop-rock, il sanguinamento portato in scena da Lady Gaga (MTV 2009). In quello della body art, in particolare di area romana – la stessa in cui Achille Lauro si è formato – un precedente pare costituito dalla performance Human Installations III (2009) di Kyrahm, in cui l’artista stilla dalle palpebre vero sangue. Nell’ultimo quadro, con la sua interpretazione suggestiva della canzone C’est la vie, Lauro si presenta con il petto trafitto come un ex voto da tre rose rosse e si offre agli insulti in sottofondo dei suoi haters. Il richiamo all’iconografia della Vergine addolorata, rappresentata con una rosa in petto e la spada, e insieme a gran parte della storia della body art, appare evidente. Ma anche in questo caso non si tratta che di una citazione. Mentre nella body art le mutilazioni e sofferenze che gli artisti si infliggono sono infatti reali, nel caso delle performance di Achille Lauro, si tratta di finzione scenica, creata grazie ai magistrali interventi di Andrea Lanza, esperto di special make-up per il cinema. Si realizza un “come se” – ciò che secondo Richard Schechner costituisce la differenza tra teatro e performance –, producendo sì un effetto spettacolare, ma riducendo in parte la portata dell’evento. Nel trompe l’oeil, la realtà risulta così una finzione, artificio.

PERFORMARE IL GENERE

Come per le performance a Sanremo 2020, anche per quelle di Sanremo 2021, ogni rappresentazione vale per sé, ma acquisisce senso come gesto e come visione unitaria. Non tutti i tableaux sono apparsi convincenti, dal punto di vista del dispositivo drammaturgico e dei suoi snodi. Debolezze risultano nella gestione della compresenza di situazioni sceniche di diversa natura (canto/danza/recitazione), anche a causa dei limiti di un palcoscenico, come quello sanremese, troppo ingombrante e connotato scenograficamente, che sarebbe arduo se non impossibile far diventare neutro. La stessa regia televisiva a volte è risultata inadeguata. 

Resta tuttavia il valore performativo dell’esperienza proposta da Lauro. Il discorso sui generi musicali si è rivelato ancora funzionale ad affrontare le questioni di genere. Fotografando la condizione storico-sociale dell’emergenza e dell’affermarsi di un genere di musica, come atto rivoluzionario rispetto a uno status quo, e denunciando la natura dei pregiudizi di varia natura (sesso, razza, condizione sociale…), i quadri invocano e incitano alla liberazione, verso la realizzazione di un’identità anarchica, autarchica e autonoma, indipendentemente dai valori imposti dalla cultura dominante e patriarcale. Per costruire tale discorso su genere e identità, Lauro dispiega un immaginario “di sintesi” proprio, risultato della rielaborazione e dall’assemblaggio di esperienze umane ed artistiche varie, – nella combinazione di un dispositivo musicale-teatrale-performativo, di live e video. Il suo corpo rimane performativo, nella porosità di presenza reale e costanti ricerche di artificio e metamorfosi, portatore di domande anche quando invece la sua voce nelle “lettere” parrebbe formulare affermazioni e dare risposte.

Se la performatività attiene, come tra gli altri lo stesso Schechner e Judith Butler sostengono, alla ricerca e alla costruzione di identità attraverso un processo di ripetizione di comportamenti, nel loro tentativo di decostruzione di regole e ruoli sociali costrittivi e nella sommatoria delle ripetizioni che propongono, le performance di Achille Lauro contribuiscono a performare la realtà e le identità, ossia in un certo senso, a ri-costruirle, rendendole più effettive secondo una visione propria. Come gesto politico di autodeterminazione, “essere genericamente niente”, come Achille Lauro sostiene, può rappresentare allora la porta di accesso a un paradiso di spazi di autenticità sconfinati. 

___________________________________________________________________________________________________

III. ELEVATIONS

PARIGI 20_06_2020

 

Negli Airpodes in loop una scia di brani di Achille Lauro, riflettendo a un’intervista che vorresti fare. 

È la vigilia del solstizio d’estate. Da quando la pandemia ha avuto inizio, il corpo tenuto lontano persino dall’aria. Passi esplodono nel disegno di una personale mappatura di Parigi, che ritracci ora, da mesi di assenza. Les Tuileries sono un terreno di gioco, levitazione dell’essere aspirato dalla luce in diagonale. Gioco di riflessi. Presenza in trasparenza. La parte in ombra. L’impronta. 

Il nuovo numero della rivista HYSTRIO – trimestrale di teatro e spettacolo, propone nel numero 3-2020 di luglio-settembre il dossier TEATRO DELLE MIGRAZIONI, curato da Giuseppe Montemagno e Roberto Rizzente.

Al suo interno, trovate il mio articolo Francia: dalla banlieue con furore contro tutte le frontiere del mondo, in cui tratto la questione del teatro delle migrazioni dal punto di vista delle scena francesi, con una panoramica sulle drammaturgie e gli spettacoli di Thierry Thieû Niang, Aziz Chouaki, Sèdjro Giovanni Houansou, Nasser Djemaï, Karima El Kharraze, Penda Diouf, Marine Bachelot Nguyen, Ahmed Madani, Wajdi Mouawad.

Uno sguardo alle azioni portate avanti da realtà culturali quali L’Atelier des artistes en exil, il Festival Visions d’exil, il Théâtre Cinéma de Choisy-le-Roi, Les Scènes Appartagées, Jeunes textes en liberté, il Musée national de l’histoire de l’immigration testimonia della pluralità di prospettive artistiche, sociali e politiche da cui sono affrontati i fenomeni migratori e le peculiari problematiche connesse nel teatro francese.

Potete acquistare la rivista in versione cartacea nelle edicole e libreria in tutta Italia oppure anche in versione digitale (solo 5 euro) a questo link:

https://www.hystrio.it/numero/numero-3-di-luglio-settembre-2020/

A presto!

©Simona Polvani 2020

 

Lo sguardo (1996), di Gao Xingjian

 

Mardi 14 juin je participerai au Colloque LE THÉÂTRE ET LES CINQ SENS. Théories, esthétiques, dramaturgies, à la Maison de l’Italie, à Paris.
Ma communication: “Le troisième œil dans le théâtre de Gao Xingjian: esthétique d’une dramaturgie augmentée” ( durée 20 minutes, à 11h30, en Salle 2).

Mon étude portera sur la présence de l’œil dans la dramaturgie de Gao Xingjian, au niveau tant de sa conception théorique du théâtre que de son écriture dramatique. D’un part elle explorera les enjeux de la notion du « troisième œil », comme œil de la conscience, dans sa conception de l’art du jeu ; d’autre part elle s’intéressera à la portée de cette vision du jeu sur l’écriture dramatique en terme de la création d’un espace d’improvisation pour le comédien, pour arriver à questionner ainsi ses effets en terme de sollicitation «augmentée » des sens de la vue et de l’ouïe du spectateur.

Image: “Le regard”, de Gao Xingjian, peinture à l’encre de Chine, 1996


LE THÉÂTRE ET LES CINQ SENS. Théories, esthétiques, dramaturgies 

Colloque International, 13-14 juin 2016

Maison de l’Italie, CIUP
7, boulevard Jourdan 75014
RER B : Cité Universitaire
Tramway 3a : Cité Universitaire

Ce colloque est organisé dans le cadre du projet SENSES, un programme cofinancé par la Commission européenne (CREATIVE EUROPE 2015) et soutenu par l’UMR ACTE.

Tout le programme du colloque à ce lien: http://www.institut-acte.cnrs.fr/espas/2016/06/01/les-cinq-sens-au-theatre-theories-esthetiques-dramaturgies-colloque-international/

 

Gao Xingjian e Simona Polvani, 2011.

Gao Xingjian e Simona Polvani, Pistoia, 2011.

L’uomo: E tu credi che loro si interessino della tua personalità? 
Il tuo preteso popolo, lo schiacceranno 
fino a ridurlo in poltiglia…
e oltretutto in nome del popolo. 
Te lo ripeto: è con la fuga 
che ci dobbiamo confrontare, 
è il nostro destino, tuo e mio.
 (Mormorando) Il destino dell’uomo è sempre la fuga!
(La Fuga, Gao Xingjian)

Sono lieta di annunciare che la mia traduzione del testo teatrale La Fuga dell’autore cinese Gao Xingjian (Premio Nobel per la letteratura nel 2000), con la regia di Lorenzo Montanini, sarà in scena venerdì 18 settembre al Piccolo Teatro Grassi a Milano, per il festival TRAMEDAUTORE 2015, intitolato La Cina e le sue grandi trasformazioni.

Qui tutte le info sullo spettacolo: http://www.outis.it/la-fuga/

La Fuga è pubblicato da Titivillus (Corrazzano, 2008), in un volume da me curato.

Il testo, che prende spunto dalle vicende tragiche del 4 giugno 1989 in piazza Tienanmen a Pechino, riflette sulla condizione dell’uomo di fronte all’oppressione di un regime dittatoriale, e alla difficile scelta, quando si è realizzata la totale impotenza, tra l’accettare una morte sicura o  scegliere la fuga per la sopravvivenza, alla ricerca della libertà.

Gao Xingjian, perseguitato dal regime comunista, sia ai tempi della Rivoluzione Culturale di Mao Zedong che successivamente, alla fine degli anni ottanta fu accolto come esule in Francia. Nel 1998 ottenne la cittadinanza francese. Anche adesso, nel 2015, la sua opera continua ad essere censurata in Cina.

In questo momento storico segnato dalla violenza e dalla guerra, in Siria come in vari stati dell’Africa, in cui interi popoli fuggono  e si mettono in cammino verso l’Europa per trovare scampo alla persecuzione e alla morte, interpellando le nostre coscienze e la nostra capacità di accoglienza, La fuga è tanto più attuale.

A questo link potrete leggere l’inizio della pièce:

https://simonapolvani.wordpress.com/about/la-fuga-di-gao-xingjian/

*********************** /////// |||| |||| *****

Salve!

Mi piace iniziare il 2015 con la condivisione di un bellissimo “documento” video, l’intervista realizzata da Andrea Porcheddu a Romeo Castellucci in occasione dell’assegnazione al regista del Leone d’oro alla carriera durante la Biennale Teatro 2013.

Un pozzo di immagini, di riflessioni sul teatro e l’arte, attraverso la poesia come azione, la ricerca di bellezza, il rapporto alla parola, gli animali, lo spettatore e il palcoscenico ultimo, l’attore….

Buona visione!

////////////////////////////////////////

Bonjour!

J’aime beaucoup commencer le 2015 par le partage de ce très beau “document” vidéo, l’entretien réalisé par  Andrea Porcheddu avec Romeo Castellucci, à l’occasion de la remise du Leone d’Oro à la carrière au metteur en scène italien pendant la Biennale Teatro 2013.

Un puis d’images, des réflexions  autour du théâtre et de l’art, par la poésie en tant qu’action, la recherche de beauté, le rapport à la parole, les animaux, le spectateur et le dernier plateau, l’acteur..

IL RAGAZZO GIRAFFA

di Christophe Pellet

traduzione di Simona Polvani

 

Copertina del volume “Le Garçon Girafe”.

Copertina del volume “Le Garçon Girafe”.

 

Il Ragazzo giraffa (L’Arche Éditeur, 2000), testo con cui Christophe Pellet ha debuttato nella drammaturgia, pubblicato dall’Arche Editeur nel 2000, è una trilogia complessa ed entusiasmante, che dagli anni ottanta all’inizio degli anni duemila coglie alcuni cambiamenti importanti all’interno della nostra società. Da fine osservatore, Christophe Pellet non solo registra alcune evoluzioni nella sua generazione, ma le intuisce e anticipa. L’amore pare cambiare natura. Le coppie e le famiglie sono formate da genitori dello stesso sesso, i sentimenti sono più confusi e ibridi, si pongono le questioni di genere, le donne appaiono forti, gli uomini fragili. Un testo provocatorio ed estremamente attuale, scritto in uno stile che richiama il linguaggio universale del cinema, di cui Pellet, da sceneggiatore e regista cinematografico, è sapiente conoscitore.

Ho tradotto la terza parte della pièce che, intitolata Il Ragazzo giraffa, dà il titolo alla trilogia, nel 2003, per la messa in scena realizzata da Pierpaolo Sepe l’anno successivo a Quartieri dell’Arte- Festival internazionale di teatro. Ne ho completato la traduzione, con la prima parte Ancora un anno per niente e la seconda Dove il dente duole, nel 2009, durante una residenza d’autore-traduttore al Centre National des écritures du spectacle “La Chartreuse” di Villeneuve – lez -Avignon (Francia), con borsa di traduzione dell’Association Beaumarchais/SACD.

Al link qui di seguito il video di una lettura scenica del testo realizzata nel 2013 al Théâtre du Rond Point a Parigi con la regia di Anne Théron.

http://www.dailymotion.com/video/x16t96t_le-garcon-girafe-lecture-publique_creation

 

“Das Giraffenkind” (Il ragazzo giraffa), regia di Carlos Manuel.

“Das Giraffenkind” (Il ragazzo giraffa), regia di Carlos Manuel.

 

L’inizio della pièce

 

PERSONNAGGI :

 

CLARISSE DELTOUR  

NATHALIE DULLAC

JULIEN MORESTIN

NORMAN REES

JIM MARTENOT

IL RAGAZZO CON L’IMPERMEABILE

L’UOMO DI QUARANTA ANNI

THIERRY PETIT

NILS DULLAC

LUCIE CHASLES

LUCAS NEVEUX

 

LUOGHI:

Prima parte: una cittadina in riva all’oceano:

(negli anni ottanta)

Seconda parte: una capitale europea:

(negli anni novanta)

Terza parte: la cittadina in riva all’oceano

(inizio del ventunesimo secolo)

 

DISTRIBUZIONE DEI RUOLI:

Clarisse Deltour

Nathalie Dullac

Julien Morestin

Norman Rees / Il ragazzo con l’impermeabile / Nils Dullac

Jim Martenot / Lucas

Lucie Chasles

L’uomo di quaranta anni/ Thierry Petit

 

 

PRIMA PARTE 

UN ALTRO ANNO PER NIENTE

Gli anni ottanta

 

1. Un caffè

Musica d’ambiente.

Julien Morestin è a un tavolino, davanti a lui un bicchiere di birra. Non sta facendo niente. Aspetta. È l’unico cliente visibile.

Appare Norman Rees e gli si accomoda accanto.

Entrambi hanno una ventina d’anni. Julien è rosso, Norman biondo.

 

Julien : Che prendi? Io un’altra birra.

Norman : No. Niente birra. Ho bevuto abbastanza ieri sera. (Riflette) Forse…..qualcosa di gassato.

Julien : Allora una coca?

Norman : No. Qualcosa di gassato, ma senza zucchero… Aspetta… (Riflette)

Julien : Un’acqua minerale?

Norman :No. ….Francamente no. Che tristezza. Per di più ho sete. Bene, prendimi una birra: è gassata, è senza zucchero.

Julien : (Fa un cenno) Due birre per favore…..

(Pausa)

Norman : È andata bene la festa di ieri, no? É andata bene, non ti pare?

Julien: Sì. Mi è piaciuta molto.

Norman: Ero ubriaco. Come sono quando sono ubriaco? Per esempio, come ero ieri sera?  Andava, ti pare ?

Julien: Ma sì….Eri normale, insomma.

Norman : Normale? Ma no, visto che ero ubriaco. Mica normale. Com’ero con Clarisse ? Parlavo forte, no?

Julien : No. Come si deve, credo. Non più degli altri.

Appare Nathalie Dullac (la cameriera): una trentina d’anni, bruna. Posa due bicchieri di birra sul tavolo e si ritira. 

Norman : Allora stavo bene? Come esattamente? Com’ero con Clarisse? Parlavo forte. Sono sicuro che parlavo forte. E avevo l’aria da ubriaco?  Francamente?

Julien : (Beve una sorsata) Sei andato a letto con Clarisse?

Norman : (Sorpreso) Ma no. Perché dici così?

Julien : Per niente. (Silenzio) Ho quell’appuntamento tra una mezzora. Ho paura, è stupido. Se ho il posto di lavoro, più problemi di soldi. E un bel po’ di tempo libero. Il paradiso.

(Silenzio)

Norman : Perché mi chiedi se sono andato a letto con Clarisse?

Julien : Non so. Così.

Norman : Che cosa te lo fa pensare? Perché Clarisse ed io così, ora? Hai visto qualcosa ieri sera? Com’ero? Ubriaco? È per questo? Che cosa ho detto? (Riflette) Niente di particolare, me ne ricordo. Parlavo forte, sì. Ma niente di particolare.

Julien : No, niente. Mi chiedo in quanti saremo a presentarci per il posto. Sì, è andata bene la festa di ieri. Proprio quello che mi ci voleva per non pensare troppo a oggi, a adesso. È un bene  che tu sia qui con me, adesso, subito prima. Non bevi la birra?

Norman : No. Ho bevuto troppo ieri. Ero davvero ubriaco, eh?

Julien : (Prende il bicchiere di Norman) Posso bere allora?

Norman : È Clarisse che ti ci ha fatto pensare?

Julien : A cosa? La bevo, allora. (Beve)

Norman : Questa idea che hai: vederci assieme, lei e me.

Julien : No, solo un’idea così. Un’idea passeggera. Nient’altro.

Norman : (Nervoso) Invece no, non è niente. Allora sono io? Che cosa ho fatto….? Non ricordo più. Ero pesante con lei? Appiccicoso? E come sono quando sono ubriaco? Perché pensi che siamo andati a letto assieme? A causa sua? Mia? Di cosa? Di noi due?

Julien : Invece no. Solo per sapere.

Norman : Invece sì. Dimmi: ho parlato? Ho detto delle cose? Parlo forte quando sono ubriaco, eh? Parlo forte, lo so. E la mia voce, com’era? Acuta? Brutta.

Julien : No, no. Come al solito.

Norman: Ho sempre quella voce là? È brutta allora. Vero che è brutta? Non mi piace la mia voce. Un giorno l’ho sentita in una registrazione. Te ne ricordi. Avevi registrato una conversazione durante  una festa. C’eravamo ascoltati, dopo.

Julien: È stato dieci anni fa. La tua voce è cambiata da allora.

Norman: No. È ancora così acuta. E quando sono ubriaco, è peggio. Dimmelo che è peggio, visto che è la verità.

Julien : Non è meglio. Come per tutti. Niente di più. Finisco la tua birra. (Beve) 

Norman : Ero uno schifo, ieri sera, eh?

Julien : (Posa il bicchiere vuoto) Invece no. Stavi bene.

Norman : Ah sì? Stavo bene? Ma cosa? Bene come? Solo bene? Poco fa mi hai detto che ero normale. Non ero normale, visto che stavo bene. Stavo bene come un ubriaco?

Julien : Stavi bene. È tutto.

Norman : È tutto? Allora non così bene. Non ero come al solito, mica normale. È così quando si è ubriachi. La voce cambia, si parla forte. Com’ero io? E con Clarisse? Perché proprio dopo questa festa, questa idea che siamo andati a letto assieme? C’è stato qualcosa? È lei forse? Hai visto qualcosa?

Julien :Che cosa vuoi farmi dire?

Norman : Ma sei tu che vuoi farmi dire. Se sono andato a letto con Clarisse: no, no e no!

Julien : Bene. Benissimo allora.

Norman : Perché benissimo? Sei contento?

Julien : Ma no. Devo andare là. (Si alza)  Mi aspetti? Non durerà molto. Sto bene?

Norman : Sì, va bene.

Julien : Bene. A subito.

(Esce. Norman, immobile, aspetta)

BUIO

 

/////////////////////////////////////////////

 

SECONDA PARTE

DOVE IL DENTE DUOLE

Gli anni novanta

 

1. Una camera.

Jim Martenot, trenta anni, lunghi capelli bruni, ha in mano una lattina di birra. Clarisse si toglie la giacca. 

 

Clarisse : Non ci sono molti libri a casa tua.

Jim : Sì, guarda, da quella parte…Ce ne sono.

Clarisse : “Jacques il fatalista”, ” Il Tartufo “.”Illusioni perdute”. Sì. (Disincantata) “Illusioni perdute”. Il programma della maturità, insomma.

Jim: (Posa la birra, abbraccia Clarisse) Adoro i tuoi occhi. Adoro la loro indifferenza.

Clarisse: Occhi di cerva o di cerbiatto.

Jim:  Occhi di bambina.

Clarisse:  (Si libera) Quando Julien incrocia lo sguardo di certe donne, pensa agli occhi dei cerbiatti. O a quelli delle cerve.

Jim: È tanto tempo che state insieme?  (Silenzio) Non ha l’aria tanto cattiva per un cacciatore. In ogni caso, stasera, non ha fatto niente per trattenerti.

(Tenta di baciare Clarisse. Lei lo respinge)

Clarisse: Julien, un cacciatore?

Jim: (Recupera la birra, la finisce) Fa la posta. A forza di sparare a vista, finirà per colpire qualcosa.

Clarisse : Non prenderà niente. È come se portasse dentro di sé – forse ancora di più nel chiaroscuro dei suoi occhi grigi -la durezza e la fragilità del vetro. Toccandolo potrei tagliarmi come frantumarlo.

Jim: Capisco. (Passa una mano sotto il pull di Clarisse:) I tuoi seni, mi piacciono anche i tuoi seni, sai. (Solleva il pull di Clarisse) I seni delle ragazze, li mangerei crudi.

Clarisse: (Lo respinge) No, non stasera. (Jim prende un’altra lattina di birra, l’apre, beve, si allunga per terra) Smetti di bere, è quello che ti eccita.

Jim: Vattene.

Clarisse: Mi piacciono le tue braccia, e le tue mani. Anche il tuo viso. E la tua voce.

Jim:  E io adoro i tuoi seni, se lo vuoi sapere. (Disarmato bruscamente, si raddrizza su un gomito: ) Io ti piaccio e tu mi piaci. Cosa allora? È Julien? Da quando state assieme?

Clarisse: È il tuo collo, credo, che mi piace di più.  Con i tuoi capelli lunghi, è difficile giudicare.

Jim: A domani, allora? Vorrai, domani?

Clarisse: Prima che me ne vada, alzati almeno.

(Jim si rialza)

Clarisse: Voltati. (Jim si volta) Tirati su i capelli. (Jim si passa una mano tra i capelli) Più in alto. (Li tira su: appare la nuca) Ora abbassa la testa. (Jim abbassa la testa) Sei docile?

Jim: Posso esserlo. (Cade in ginocchio:) Posso essere anche violento. (Sbatte la fronte sul pavimento) Signore, dammi questa ragazza!

(Pausa)

Clarisse: Preghiera esaudita.

 

BUIO

 

 

/////////////////////////////////

 

 

TERZA PARTE

IL RAGAZZO GIRAFFA

Inizio del ventunesimo secolo

 

PRIMA GIORNATA

 

1. Parco di una cittadina in riva al mare

Lucas Neveux, un giovane di una ventina d’anni dai capelli scuri, tagliati molto corti e Lucie Chasles, stessa età, una lunga capigliatura scura, sono abbracciati. Ai piedi di Lucie, una valigia.

Si stringono e si baciano.

Lucas: Come sono gli Inglesi?

Lucie: Le ragazze: non male. I ragazzi, meno bene. Lucas…..(Lei si divincola dall’abbraccio) Hai parlato con Nils? (Lucas abbassa la testa) Non gli hai detto niente. (Silenzio) Sei un vigliacco, ecco tutto.

Lucas: È con te che vuole partire. Tocca a te parlargli.

Lucie: Perché tu non c’entri niente con questa storia, no? È con te che rimango. (Lui si volta) Mi nascondi qualcosa. Dall’inizio. C’è qualcos’altro.

(Silenzio)

Lucas: Sì. C’è qualcos’altro.

BUIO

 

2. Una camera d’hotel.

Arredamento sommario: un letto, un tavolo, un lavabo davanti a uno specchio. Julien Morestin entra. Indossa un paio di occhiali da vista, i suoi capelli rossi sono ora radi. Posa la sua borsa da viaggio sul letto, si dirige verso il lavabo, fa scorrere l’acqua un istante, richiude il rubinetto, si osserva nello specchio.

Poi si siede sul letto, apre la borsa, tira fuori la pianta di una città, la spiega e le dà un rapido sguardo.

BUIO 

 

3. Il parco

Lucas e Lucie sono seduti su una panchina. Posata a terra, la valigia. Lucie tira fuori dalla sua borsa un foulard verde fluorescente e lo annoda ai capelli. 

 

Lucas: Non voglio provocare un dispiacere a Nils. È al di sopra delle mie forze.

Lucie: Tu hai ancora un debole per lui.

Lucas: È stata solo un’esperienza, nient’altro.

Lucie: E da parte sua?

Lucas: Non ne sono sicuro.

Lucie: Non gli hai chiesto niente?

Lucas: Non parliamo di queste cose.

Lucie: Lo fate d’istinto? Come gli animali? (Pausa) È durato a lungo?

Lucas: Diluito nel tempo. In maniera….sporadica.

Lucie: Sporadica?

Lucas: Ma è finita con lui. Adesso ci sei tu. E se non fossi tu, sarebbe un’altra.

Lucie: Grazie, fa sempre piacere sentire certe….

Lucas: Non è quello che voglio dire.

(Silenzio)

Lucie: Il vento si alza. Finalmente. (Lucas con un gesto molto dolce, amoroso, toglie il foulard a Lucie)

 Lucas: Venga. Lo aspetto

(I capelli di Lucie si sciolgono, ondeggiano leggermente nel vento. Lucas la guarda, soggiogato)

BUIO

 

4. La camera d’hotel

Julien, torso nudo, si rade con un rasoio davanti allo specchio. Ha tolto gli occhiali. I suoi gesti sono precisi, lenti. A tratti si osserva con attenzione, sospendendo i gesti. Poi riprende. Quando ha finito, si asciuga il resto della schiuma da barba con un asciugamano, senza togliere lo sguardo dallo specchio.

BUIO

 

5. Il parco

Lucie e Lucas sulla stessa panchina.

Lucie: Tra te e Nils, quando è stata l’ultima volta?

Lucas: È parecchio tempo.

(Lei prende il viso di Lucas tra le mani, lo guarda negli occhi. Lui evita il suo sguardo)

Lucie: Quando? (Silenzio) Lucas, quando?

Lucas: (Tutto di un fiato) Un mese fa….

Lucie: (Demoralizzata) Giusto prima che ci mettessimo assieme tu ed io?

Lucas: (Smarrito) Ma in quel momento anche tu stavi ancora con lui, ricordatelo!

Lucie: È colpa mia allora?

Lucas: Non lo so. Ognuno ci ha messo del suo, ecco. Una cattiva congiunzione.

Lucie: Adesso, capisco perché non osi dirgli niente.

Lucas: Non ne ho la forza.

Lucie: Debolezza. O semplicemente amore.

Lucas: Glielo dirai?

Lucie: (stanca) Ma sì.

(Lei si alza. Lui la prende per la vita. Lei si divincola)

Lucas: Non mi ami più.

Lucie: Ma no….

Lucas: Cosa allora?

Lucie: I ragazzi. Non ci capisco niente. E questo alla fine mi innervosisce.

Lucas: Ma te lo spiego io.

Lucie: Non dire più niente, è meglio. È un disastro.

Lucas: In disastro, c’è “astro”.

(Lei alza le spalle, prende la valigia, annoda il foulard sui capelli)

Lucas: Non mi fare del male, Lucie.

Lucie: Ma no.

Lucas: Baciami, Lucie. Baciami per desiderio, non per consolazione.

(Lei posa la valigia e si lascia baciare. Il suo foulard si snoda portato via dal vento. Lei fa un gesto per riprenderlo. Fatica sprecata. Il gesto resta sospeso nel vuoto)

BUIO

 

6. La camera d’hotel

Julien tira fuori una polo blu dalla borsa, la infila, getta uno sguardo allo specchio, la toglie, fruga dentro la borsa, tira fuori una camicia bianca, la mette e si guarda di nuovo nello specchio.

BUIO

 

7. Una terrazza  a casa di Nathalie Dullac e Clarisse Deltour

Dà su un parco che scende sull’oceano, di cui ci arriva il rumore. Nils è assopito in una poltrona di pelle nera. Clarisse entra, una borsa della spesa in braccio. 

Non è cambiata molto: il suo viso è rimasto sorprendentemente giovane, ma nel suo sguardo predomina un sentimento d’inquietudine. Ha un foulard beige legato attorno ai capelli. Posa la borsa, toglie il foulard, lo lascia scivolare sul viso di Nils, come una carezza. Lui si sveglia. È un giovane di venti anni, dai capelli a mezza lunghezza, rossi e sottili, dalla carnagione molto pallida. Lei gli sorride.

Clarisse: Buongiorno, Nilou. (Le ricambia il sorriso, prende dalla sua tasca un paio di occhiali da vista e se li posa sul naso. Clarisse tira fuori le provviste dalla borsa) Ho riportato delle cose strane che vengono da lontano. Esotiche. Non è possibile neppure immaginare di mangiarla questa, tanto è carina. Delle cosettine leggere.

Nils: Mai leggere quanto me.

Clarisse: Due giorni senza mangiare, direi che bastino. Nathalie mi rimprovererà. (Silenzio) Nils, è necessario. Per farmi piacere

Nils: Per farti piacere? Non pensi piuttosto a Nathalie? Tu hai paura di lei. Hai paura di mia madre. (Pausa) Hai paura che lei ti lasci. Che un giorno non ritorni da uno dei suoi viaggi.

(Clarisse si volta, ferita)

Nils: Perdonami, Clarisse. Ho delle idee cupe.

Clarisse: Ti preparo qualcosa. Per farti perdonare, mangerai un po’. Adesso, mi chiami Clarisse…..Non molto tempo fa ancora io ero “mamma luna”, ricordi?

Nils: Tu rimanevi con me la sera. E la notte, quando ero malato, vegliavi su di me. Mamma era fuori, perduta tra le costellazioni.

Clarisse: Avevi paura la notte. Dicevi: “mezzanotte, è l’ora del crimine….”

Nils: E tu mi rispondevi: “mezzanotte: è anche l’ora dei sogni e delle confessioni…”

Clarisse: E lei, sempre tra due aerei. Una settimana a Tokio, un’altra a New York. (Pausa) Si alza la tempesta. Spero che il suo aereo non subirà un ritardo.

Nils: È un sole, Nathalie. Noi siamo delle figure dell’ombra, della notte.

Clarisse: Non è molto gentile quello che dici.

Nils: Allora perdonami, ancora una volta.

Clarisse: Ancora una volta ti perdono, a una sola condizione: vado a prepararti una zuppa, una buona zuppa di verdure, un zuppa della sera, poiché noi siamo- come dici?- “delle figure dell’ombra”. Ne prenderai un po’? Per Lucie, almeno. È tornata da Londra?

Nils: Oggi.

Clarisse: Hai un brutto aspetto, che cosa penserà? Ti troverà troppo magro. Non è tanto confortevole un ragazzo alto e magro.

Nils: Che cosa ne sai?

Clarisse: Ne ho conosciuto uno. Un tempo.

Nils: Chi era?

(Lei continua a svuotare le provviste, senza rispondergli)

Clarisse: Una zuppa di verdure, semplice. Non vale la pena cercare troppo lontano, in fondo.

Nils: Perché mi parli di quell’uomo? Chi era?

Clarisse: Hai un brutto aspetto. Se fossi la tua ragazza, sarei preoccupata, è tutto. Quell’uomo non ha alcuna importanza.

Nils: Era prima che ti mettessi con mia madre?

(Clarisse guarda Nils a lungo. Uno sguardo strano nel quale tutta l’inquietudine è scomparsa. Al suo posto, qualcosa di indefinito, tra il desiderio e il timore. Gli carezza i capelli, fa scivolare la mano sulla nuca del giovane, poi chiude gli occhi)

Nils: (piano) Non voglio più che mi tocchi.

 

(Clarisse ritira la mano, come si fosse bruciata al contatto con una fiamma)

 

Nils: Sto bene. Lo vedo nei loro occhi. Sto bene.

Clarisse: Nei loro occhi?

Nils: È così che loro mi amano: quando divento trasparente. Allora, non mi fanno più soffrire.

Clarisse: Ma chi?

Nils: Le persone tutt’intorno.

 

BUIO

 

Estratti dal testo inedito Il Ragazzo giraffa, traduzione di Simona Polvani, depositato presso la SIAE (Italia) e la SACD (Francia).
Per ulteriori informazioni o se foste interessati a leggere il testo integrale: simona.polvani@gmail.com

Immagine

Bonjour,

je participerai au Colloque international Le processus créatif dans les arts performatifs, visuels, sonores et littéraires à l’Université Paris 1- Panthéon Sorbonne, avec l’intervention Créer sans détruire. Le processus créatif dans la dramaturgie de Gao Xingjian.

Mon étude portera sur le processus créatif dans l’œuvre théâtrale de l’artiste Gao Xingjian et notamment sur sa conception dans le domaine du jeu de l’acteur, qu’il a théorisé comme un triple jeu de la représentation. Pour Gao Xingjian elle est le point de départ pour la construction de son dispositif dramatique prenant sa source dans le texte dramatique ainsi que dans le travail préalable du dramaturge. Ainsi, la dramaturgie et le jeu de l’acteur permettent de donner lieu à un espace théâtral performatif entre dimension fictive et réel.

vendredi 20 juin 2014 – session 11h45-13h15

Amphi I – Université Paris 1- Panthéon Sorbonne

Place du Panthéon, PARIS 

Pour plus d’information sur le programme du colloque: http://www.institut-acte.cnrs.fr/espas/2014/06/11/colloque-le-processus-creatif/

 

Immagine

Salve,

prenderò parte al Convegno Le processus créatif dans les arts performatifs, visuels, sonores et littéraires all’Università Paris 1- Panthéon Sorbonne, a Parigi, con l’intervento  Créer sans détruire. Le processus créatif dans la dramaturgie de Gao Xingjian (“Creare senza distruggere. Il processo creativo nella drammaturgia di Gao Xingjian”).

Il mio studio riguarderà il processo creativo nell’opera teatrale dell’artista Gao Xingjian e in particolare la sua concezione nell’ambito della recitazione, che ha teorizzato come triple jeu de la représentation. Per Gao Xingjian essa costituisce il punto di partenza per la costruzione del suo dispositivo drammaturgico fondato sul lavoro a monte del drammaturgo e sul testo teatrale. In tal modo, la drammaturgia e la recitazione permettono di creare uno spazio teatrale performativo tra dimensione fittizia e reale.

20 giugno 2014 – sessione ore 11.45-13.15

Amphi I – Université Paris 1- Panthéon Sorbonne

Place du Panthéon, PARIS 

Per maggiori informazioni sul programma del convegno:  http://www.institut-acte.cnrs.fr/espas/2014/06/11/colloque-le-processus-creatif/

Disegno del Teatro Palladium realizzato da Emma Dante

Disegno del Teatro Palladium realizzato da Emma Dante

Condivido volentieri l’articolo di Graziano Graziani sulla chiusura del Teatro Palladium e l’estromissione di Roma Europa dalla sua gestione, nonostante i risultati altamente positivi raggiunti in dieci anni di attività.

Un altro atto scellerato delle politica nostrana contro l’arte e la cultura.

Di Graziano Graziani – Riflessioni attorno alla “chiusura” del Teatro Palladium

 

par SIMONA POLVANI – 26 septembre 2013,  19h00

Schermata 09-2456562 alle 18.39.21

Du lundi 11 au vendredi 15 juin 2012, nous nous sommes donné rendez-vous tous les matins avec Silvia Bottiroli sur le réseau social Twitter pour une Tweet_interview en italien, que nous avons relancé en français en deux parties le 15 et le 27 juin. 

Silvia Bottiroli, italienne, est chercheuse en performing arts. Elle est l’auteure de nombreux essais, dont le dernier est Un teatro attraversato dal mondo. Il Théâtre du Soleil oggi (Un théâtre traversé par le monde. Le Théâtre du Soleil aujourd’hui) écrit avec Roberta Gandolfi. Cet ouvrage reparcourt et discute les spectacles créés dans les dix dernières années par l’ensemble cosmopolite du Théâtre du Soleil, dirigé par Ariane Mnouchkine. Depuis novembre 2011, S.Bottiroli est la directrice artistique du Santarcangelo Festival (Emilia Romagna), le plus vivace des festivals consacrés au théâtre de recherche en Italie.
Chaque matin j’ai posé via Twitter deux questions à Silvia Bottiroli qui a répondu pendant la journée. La Tweet_Interview s’est tenue en italien et en français. Notre hashtag était #TwInt.
Voici notre Tweet_interview, dans son intégralité, ici retranscrite comme elle s’est déroulée sur Twitter, jour par jour et Tweet par Tweet.
Bonne lecture!

Silvia Bottiroli

Silvia Bottiroli

15 juin

Simona Polvani ‏
Tweet_interview à Silvia Bottiroli, dir. artistique de Santarcangelo Festival via @SANTARCANGELO_F – On est prete à Twitter ‪#TwInt

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F La Tweet_interview/10 questions /On va Twitter mes premières 4 Quest et les premières 4 réponses de @silviabottiroli ‪#Twint

#01

Simona Polvani
@SANTARCANGELO_F Q1-Quel(s)théâtre(s) t’ont passionnée et poussée à devenir directrice (éditrice)/organisatrice? #TwInt http://pic.twitter.com/Cbu4siuO

Théâtre romain – image en pièce jointe à la Tweet_question Q1

SANTARCANGELO_FEST
@SimonaPolvani R1/1 Les théâtres des collectifs qui créent des lieux et des communautés, qui réécrivent le temps #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R1/2 Les théâtres impossibles qui se font en dehors des théâtres. F #TwInt @menoventi @kinkaleri @Immascar @altrevelocita

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R1/3 Et les festivals à partir de mon premier Santarcangelo en 2001. ‪#TwInt‬ F

#02

Simona Polvani
@SANTARCANGELO_F Q2 – Entre art et organisation/ Quelles sont les caractéristiques d’un bon directeur? #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R2/1 La patience, savoir attendre, l’écoute #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R2/2 La disponibilité à recommencer chaque jour depuis le début #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R2/3 La capacité de penser ce qui ne l’a encore jamais été,@Irit Rogoff à propos la”criticality” bit.ly/rmadsx #TwInt F

#03

Simona Polvani
@SANTARCANGELO_F Q3-MarcoBaliani /Théâtre du Soleil,distances, proximités dans leurs dimensions éthiques-politiques de faire théâtre? #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R3/1 Baliani et le Soleil paraissent très loin: solitude et choralité #Twint

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R3/2 …l’essentialité de la scène et la somptuosité orientale #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R3/3 Et pourtant une idée du théâtre qui raconte l’histoire et le présent, qui se laisse “traverser par le monde” #Twint F

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Un petit hommage au Théâtre du Soleil, autour duquel @silviabottiroli à écrit une monographie ‪#TwInt‬ pic.twitter.com/Iolye4ji

#04

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Q4-Théâtre du Soleil/Comment a évolué son esthétique?Est-ce uniquement un modèle artistique ou également de société? #Twint 

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R4/1 Le Soleil est certainement aussi un modèle de société #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏@SANTARCANGELO_F
@SimonaPolvani R4/2 …fondé sur la responsabilité individuelle et les horizons collectifs #Twint

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R4/3 Il a traversé des esthétiques différentes, par rapport à son époque à la recherche d’un théatre non réaliste @Twint F

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Merci à @silviabottiroli pour ses premières 4R / à plus tard pour les autres 6 Questions et 6 Réponses / #Twint

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani Merci à toi et à tous les amis de #TwInt

27 juin

Simona Polvani ‏
Tweet_interview à Silvia Bottiroli via @SANTARCANGELO_F /On a eu une petite pause, on va maintenant la terminer /7 Questions&Réponses #TwInt

#05

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Q5-Tendances/ Dans la scène contemporaine et future, combien de théâtre, de performance et de performance théâtrale?#Twint

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R5/1 Mais quelle est véritablement la différence entre théâtre et performance? #TwInt

SANTARCANGELO_FEST
@SimonaPolvani R5/2 Cela a t’il du sens de faire une différence nette? #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R5/3 Le théâtre vivant continue à s’interroger sur son propre statut, réinvente formes narratives… #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R5/4 … et façons d’habiter la scène http://bit.ly/LDzrZW #TwInt – F

#06

Simona Polvani
@SANTARCANGELO_F Q6-Quels sont les principaux effets du numérique sur le langage artistique&le système théâtral? #Twint http://pic.twitter.com/pNAtKU0h

Digital word, image en pièce jointe à la Tweet_question Q6

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R6/1 Certes avec le numérique le système théâtral a beaucoup changé, la manière de travailler… #TwInt

SANTARCANGELO_FEST
@SimonaPolvani R6/2 …de programmer le spectacle et de se regalerà dans le miroir. #TwInt http://pic.twitter.com/8fWZOj4S

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R6/3 Chaque technologie ouvre aussi des possibilités de langage,que la scène est en train d’utiliser avec intelligence #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R6/4 je pense au théâtre qui dialogue avec sa propre disparition… #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R6/5 …à un certain cinéma en 3D qui incorpore la scène dans l’écran #TwInt – F

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Pour Technologies et théâtre/ Q5 et Q6, une image du passé, Prune Flat de Robert Whitman #Twint http://pic.twitter.com/6VklJrWA

Prune Flat (1965), performance, by Robert Whitman

#07

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Q7- Direction et co-direction/Quel est l’avantage à travailler en équipe plutôt que tout seul? #Twint http://pic.twitter.com/UzjpgJM4

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R7/1 La mise en discussion permanente. La pratique quotidienne de travailler aussi pour un autre. #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R7/2 La cohabitation avec l’inattendu. La force du désaccord, du conflit aussi. #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R7/3 Qui est la puissance de remettre tout en discussion. #TwInt – F

#08

Simona Polvani ‏
Q8- @SANTARCANGELO_F 12 -Programme articulé, intense et dense/ Comment programme-t-on à l’époque de la crise? #Twint http://pic.twitter.com/4LF869Fl

Affiche Santarcangelo 12, photo en pièce jointe à la Tweet_question Q8

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R8 – On se lève tôt le matin, on va dans les champs et on demande de l’aide à la terre. #TwInt – F

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Merci @silviabottiroli / Je relance avec les champs #TwInt http://pic.twitter.com/fL6h2jhh

#09

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Q9-Les places, lieux politiques,sont à nouveau révolutionnaires. Quelle est la perspective du Théâtre sur une place? #Twint 

SANTARCANGELO_FEST ‏@SANTARCANGELO_F
@SimonaPolvani R9 – C’est la perspective d’un théâtre qui est dans l’espace qui appartient à tout le monde, un espace pas médiat #TwiInt – F

#10

Simona Polvani ‏
Q10 – @SANTARCANGELO_F a 5 projets sur John Cage, notamment Valdoca,Giomi/Quel est le sens aujourd’hui de son expérience artistique? #Twint

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R10 – Une grande liberté et le sens de la scène comme espace vivant #TwInt #sant12 – F

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Juste un souvenir de Cage par John Cage même http://www.youtube.com/watch?v=pcHnL7 … ‪#Twint

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F J’ai une 11éme question, si c’est possible..‪#Twint

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani Mais oui avec plaisir! ‪#TwInt

#11

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Q11- Associations Libres/ Fragilité, communauté, intimité, air public, obscurité, rouge #Twint

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R11/1 Vulnérabilité par rapport à l’humain et au politique… #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani R11/2 – …et conscience des contradictions et des implications affreuses du beau #TwInt – F

Simona Polvani ‏
Merci beaucoup à @silviabottiroli pour cette Tweet_interview et good lucky pour le festival @SANTARCANGELO_F qui va bientôt commencer #Twint

Simona Polvani ‏
@SANTARCANGELO_F Merci beaucoup aussi à tous les followers qui nous ont suivi @cotteretchris @sylensi @AntoinePickels #TwInt

SANTARCANGELO_FEST ‏
@SimonaPolvani @silviabottiroli Merci à toi et à tous les followers. à bientôt #TwInt

di SIMONA POLVANI, mercoledì 7 luglio 2013, ore 02.54

Tweet_intervista F&A - 3 ottobre

Tweet_intervista F&A – 3 ottobre

Dal lunedì 1 al venerdì 5 ottobre, 2012, ogni mattina ci siamo dati appuntamento con Fanny & Alexander sul social network Twitter per una Tweet_intervista.

Luigi De Angelis, regista, scenografo, grafico, filmmaker, light e sound designer (suo maestro Luigi Ceccarelli), assemblatore musicale e performer, e Chiara Lagani, drammaturga, scrittrice, studiosa del linguaggio, costumista e attrice – i fondatori della bottega d’arte Fanny & Alexander a Ravenna nel 1992 – si sono alternati nelle risposte alle due domande che ogni giorno ho posto loro. Il nostro hashtag era #Twint.

Ne è nata un’intervista ricca di suggestioni, enigmatica, dalla parola sintetica e complessa, divertente, a tratti mirabolante, imprendibile, tra citazioni di opere d’arte, reinterpretazioni nabokoviane, paesaggi desertici e elettronici, anarebus e premi per i “twitterers”.

Per chi non avesse potuto seguirla su Twitter, oppure volesse rileggerla, ecco qui la nostra Tweet_intervista in versione integrale, trascritta così come si è svolta su Twitter, giorno per giorno e Tweet per Tweet.

Buona lettura!

1 ottobre

#01

Simona Polvani
@fannyalex_info Tweet_intervista a Fanny & Alexander- Dal 1 al 5 ottobre / 10 domande in 5 giorni, due al dì/ Stiamo per iniziare #Twist

Simona Polvani
@fannyalex_info D1-Genesi/Quando e sotto quale spinta Chiara Lagani&Luigi De Angelis hanno creato Fanny & Alexander, bottega d’arte? #Twint

Fanny & Alexander ‏
@SimonaPolvani R01/1 A 16 anni per amor del Gioco, sotto la spinta del suo grande ardore.

Fanny & Alexander
@SimonaPolvani R01/2 Nel #Gioco il #giocatore… “Smettila di dire giocatore! O sei tu o sono io.” Dice Van, nostro alias, in #Ada o ardore.

#02

Simona Polvani
@fannyalex_info D2- Genesi 2 / Fanny & Alexander, film #Bergman: quale immaginario ha prodotto in voi per “adottarne” il nome? #Twint

Fanny & Alexander ‏
@SimonaPolvani R02/1 Nel film Fanny è bionda, incantevole, piena di stupore. Alexander selvatico, geniale, pieno di furore… #Twint

Fanny & Alexander ‏
@SimonaPolvani R02/2 … #Fanny e Alexander sono 2. Bambini. Il loro mondo pieno di mistero: magico, terribile, splendore. #Twist

Fanny & Alexander ‏‪
‪@SimonaPolvani R02/3 ‪http://youtu.be/ApLWNgsLo2A  F ‪#Twint

Simona Polvani
@fannyalex_info Grazie per le risposte alle prime due domande del nostro primo giorno di Tweet_intervista. 🙂 A domani! #Twint

Luigi De Angelis @SimonaPolvani Grazie a te! A domani! #Twint

2 ottobre

#03

Simona Polvani
@fannyalex_info D3-Ogni vostro progetto si compone di più tappe in varie forme e anni:come interagisce il tempo con le forme create? #Twint

Fanny & Alexander ‏
@SimonaPolvani R3/1-Amiamo l’immagine della spirale. Da un centro si percorre un cerchio, ma sempre più in profondità.

Fanny & Alexander ‏
@SimonaPolvani R3/2 Massimo Conti di #Kinkaleri un giorno ci ha detto che siamo delle talpe. Il tempo permette di raccogliere le scorie.

Fanny & Alexander ‏
@SimonaPolvani R3/3-Si è come dei molluschi, si lavora attorno a un granello di polvere, in vista di una perla. Si aspettano le onde.

Fanny & Alexander ‏
@SimonaPolvani R3/4 Louise Bourgeois #Twint http://yfrog.com/odlasppj

Tweet R3/4 Louise Bourgeois

Tweet R3/4 Louise Bourgeois

#04

Simona Polvani
@fannyalex_info D4-Come si sviluppa il processo di scrittura drammaturgica, quanto prima e quanto in prova?Improvvisazione in scena? #Twint

Fanny & Alexander
@SimonaPolvani
R4/1-Ogni spettacolo, ogni forma chiama il suo processo di scrittura. Non c’è un metodo predeterminato. #Twint

Fanny & Alexander
@SimonaPolvani R4/2-Si tratta di una tessitura, connettere dei fili tra loro, annodarli, catturare. Scrivere=essere un ragno/madre. #Twint

Fanny & Alexander ‏
@SimonaPolvani R4/3-Louise Bourgeois, Mère. http://yfrog.com/eszptchj

Tweet R4/3 - Mère, Louise Bourgeois

Tweet R4/3 – Mère, Louise Bourgeois

Fanny & Alexander ‏
@SimonaPolvani R4/4 La scrittura avviene soprattutto durante le prove ma anche istante per istante nello spettacolo, come in West. #Twint

Fanny & Alexander ‏
@SimonaPolvani R4/5-Scrivere istante per istante. West con #francescamazza : http://www.youtube.com/watch?v=n1u-0Q9NA-0 …

    3 ottobre

    #05

    Simona Polvani ‏
    @fannyalex_info D5 Multimedialità/ #Ambienti_sonori/ Qual’è il tuo concetto di musica e suono in rapporto al teatro? #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R5/1 il #suono è matrice dell’ #immagine, fonda l’idea di #spazio, del #testo, delle sue epifanie drammaturgiche. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R5/2 (Nel teatro) I #suoni se ne stanno nella #musica per rendersi conto del #silenzio che li separa. #John #Cage #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R5/ 3 #Suono #Luce #Colore. Si adoperano luci e colori come parole di una lingua che nessuno più conosce” #Landolfi. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R5/4 Fanny&Alexander “+/-, SOTTO” http://www.youtube.com/watch?v=KLKpakl4n98&feature=plcp … #Luigi #Ceccarelli #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R5/5 Fanny&Alexander “+/-, SOPRA” http://www.youtube.com/watch?v=JnuTgcw7PDs&feature=plcp … #Mirto #Baliani #Twint F

    #06

    Simona Polvani
    @fannyalex_info D6 Multimedialità /Proiezioni:l’immagine video come si iscrive a livello poetico-estetico nella drammaturgia scenica? #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R6/1 Il #video tra le molte cose apre finestre narrative, psichiche, spaziali in uno spazio che così si trasforma. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R6/2 Il video costruisce la natura fantasmatica di un personaggio.#Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R6/3 Il #video si fa porta enigmatica, #3D, ipnotizza, crea presenze ologrammatiche, dipinge, fa a brani la #Memoria. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R6/4 Fanny&Alexander #VillaVenus http://www.youtube.com/watch?v=hU8alRZUHHs&feature=plcp … #ZapruderfilmmakersGroup #Twint F

    Simona Polvani ‏
    @fannyalex_info Merci x risposte R5 e R6,ero presa nella visione dei video. #Landolfi, #Attori&Lettori http://urly.it/1hg7  #Twint A Domani!

    4 ottobre

    #07

    Simona Polvani
    @fannyalex_info D7 WEST e altro #Eterodirezione: Su cosa si fonda? #Attore #marionetta o #recitazione #collaborativa? #Twint @TempoRealeFI

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani @temporealefi R7/1 – Si fonda sull’ #architettura delle #scelte. #Twint

    Fanny & Alexander
    R7/2 – @SimonaPolvani @temporealefi E’ possibile far rinunciare a un’ #attrice o a un #attore alla loro #volontà #riflessiva?

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani @temporealefi R7/3 – Un #architettura delle #scelte è un sistema che si basa sulla spinta gentile o #nudge. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani @temporealefi R7/4 – Se mettiamo una finta #mosca in un #orinatoio le fuoriuscite di #urina diminuiscono dell’80%. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani @temporealefi R7/5 – #Persuasione occulta #Twint http://yfrog.com/nvuqgjzj

    Tweet R7/5 - Persuasione occulta

    Tweet R7/5 – Persuasione occulta

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani @temporealefi R7/6 – Nell’#architettura delle #scelte il #dispositivo ci induce a scegliere in una precisa direzione. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani @temporealefi R7/7 – L’ #attrice #eterodiretta si abbandona agli input esterni e alle scelte dell’ #istinto. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani @temporealefi R7/8 – All’#Istante 2 complici somministrano i testi e i gesti all’attrice che li reinterpreta. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani @temporealefi R7/9 – “Il coro delle petulanti voci amiche” lo definì #FrancoQuadri –http://www.fannyalexander.org/archivio/archivio.it/essays_west.htm#

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani @temporealefi R7/10 – Si attiva una #memoria animale. Francesca Mazza parla di una #vertigine simile alla #trance.

    Fanny & Alexander ‏@fannyalex_info 4 Ott
    @SimonaPolvani @temporealefi R7/11 – Fotografia di #enricofedrigoli, #francescamazza http://www.fannyalexander.org/archivio/gallery/west05.jpg …

    Tweet R7/11 - Francesca Mazza in West - Foto di Enrico Fedrigoli

    Tweet R7/11 – Francesca Mazza in West – Foto di Enrico Fedrigoli

    #08

    Simona Polvani ‏
    @fannyalex_info D8 T.E.L #Lawrence_d_Arabia #fallimento del #teatro.Come nasce il parallelismo e si traduce nel dispositivo_scenico? #Twint

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R8 /1 – #Utopia del #teatro. L’utopia abita un orizzonte fallimentare. Quel che conta è la tensione verso! #Twint

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R8/2 – Un’#attrice e un’#attore tentano un #dialogo satellitare, ognuno di fronte al proprio #deserto. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R8/3 – Il #deserto è un tavolo preparato, un’invenzione di #temporealefi. #Twint Foto #enricofedrigoli http://www.fannyalexander.org/archivio/gallery/tel27.jpg 

    Chiara Lagani in T.E.L. - Foto di Enrico Fedrigoli

    Tweet R8/3 – Chiara Lagani in T.E.L. – Foto di Enrico Fedrigoli

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R8/4 – Lo scrittore @TaharLamri ci ha detto: nel deserto sembra che non ci sia niente, invece c’è tutto. http://yfrog.com/esybyfqj

    Tweet R8/8 - Il deserto

    Tweet R8/4 – Il deserto

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R8/5 – Toccare questo tavolo significa captare tutti i suoni della #rivolta, proiettarsi nella bruma del #deserto. #Twint

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R8/6 – Da questa bruma giungono le #Idee e le voci dell’#Altro a km di distanza.

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R8/7 – Si tende a lui o a lei così come lo spettatore è teso verso la #scena. Non potrà mai raggiungerla. #Twint

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R8/8 – Mirto Baliani ha composto l’orizzonte musicale di questo dialogo impossibile. http://www.fannyalexander.org/archivio/archivio.it/telvinile_home.htm …

    5 ottobre

    #09

    Simona Polvani
    @fannyalex_info D9 Pubblico, spettatore o attore?Quale esperienza gli propongono le vostre creazioni artistiche? #Twint pic.twitter.com/29jgXthz

    Dorothy. Sconcerto per Oz - Foto di Marco Caselli Nirmal

    Tweet D9 – Dorothy. Sconcerto per Oz – Foto di Marco Caselli Nirmal

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R9/1 Lo #spettatore è al centro di uno spazio irto di domande. Lo stesso tra #attore e #opera, #artista e #spettatore. #Twint

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R9/2 Chiamiamo questo spazio #mistero. pic.twitter.com/7tkWM2Ln

    Tweet R9/2 - Mistero

    Tweet R9/2 – Mistero

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R9/3 Talvolta esso ha preso la forma di un #rebus. #ZapruderfilmmakersGroup #Twint pic.twitter.com/k3fAsECS

    Tweet R9/3

    Tweet R9/3 – Ada, cronaca famiiare – Rebus

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R9/4 Talvolta del sentiero spiraliforme di un #viaggio. #O/Z #Twint pic.twitter.com/esqJSilK

    Tweet R9/4 - Il viaggio

    Tweet R9/4 – Il viaggio

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R9/5 Oppure si è chiamato #nostalgia.#Twint pic.twitter.com/HZeomrlN

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R9/6 Una volta è divenuto #alfabeto di lingue impossibili eppure familiari. #Twint pic.twitter.com/qYEep4Ej

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani R9/7 #Dispositivo. #Mappa. #Pavimento sonoro. #Enigma. Reiterata domanda di fanciullo.#Twint pic.twitter.com/fgplaJML

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R9/8 Comunque lo si chiami esso è là. È questo spazio ampio che fonda sempre il fatto profondo che chiamiamo #teatro. F

    #10

    Simona Polvani
    @fannyalex_info D10 #Progetto_Discorsi /Retorica. Come può il discorso diventare dialogo tra individuo/comunità? #Twint pic.twitter.com/zFaUoUN5

    La Scuola di Atene di Raffaello Sanzio

    La Scuola di Atene di Raffaello Sanzio

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R10/1 Quando è che un gruppo attorno a un individuo che pronuncia un #discorso si chiama #pubblico? Quando #comunità? #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R10/2 #Discorso è pratica di corrispondenza, luogo “comune”, misterioso e pulsante, vitale, dura e aperta domanda? #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R10/3 Sarà gesto, incontro, colore, scoria, nome, indizio, regola o comportamento? #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R10/4 La risposta a queste domande è la nostra tensione dei prossimi anni. #Twint F

    #11

    Simona Polvani ‏
    @fannyalex_info D11 C’è traccia sonora o #rebus che volete lasciare alla nostra #Tweet_intervista? #Twint @Tamburo_Kattrin @RobertoRinaldi1

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R11/1 “Lascito” di F&A per Tweet-intervista: si indice qui un concorso a premi per #twitterers. Seguono #istruzioni. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R11/2 #Anarebus: è un #rebus la cui #soluzione si ottiene anagrammando le parole secondo il #diagramma numerico dato. #Twint

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R11/3 #ashtags: #tradimento, #media, #spettatore, #sogno, #T.E.L., #attivo, #passivo, #lettere. #Twint pic.twitter.com/I2Fr9L6S

    Tweet R11/3: Anarebus

    Tweet R11/3 – Anarebus

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R11/4 Premio per il #solutore dell’ #anarebus: #vinile con musiche di #T.E.L di #Mirtobaliani. #Twint pic.twitter.com/B7UTHYeT

    Fanny & Alexander ‏
    @SimonaPolvani R11/5 Con la risposta (@fannyalex_info e @SimonaPolvani) fornire anche un indirizzo postale. Grazie a tutti e a presto! F&A F

    Simona Polvani ‏ ‪
    @fannyalex_info Come dicono qui in Paris, “c’est génial”!Un lascito che è una meraviglia! Grazie di 3> x questo e x Tweet_intervista ‪#Twint

    Fanny & Alexander
    @SimonaPolvani grazie a te! A presto!