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Archivio mensile:agosto 2016

 

Horizon. 2014 © Guido Mencari www.gmencari.com


S’entrouvrent les nids

d’ oiseaux imaginaires

d’emblée ils ouvrent

les ailes

ils sont tantôt

au-dessus de ma tête

tantôt

au-dessus de l’océan grossi

par les larmes

strié par les traces

de l’espoir retenu

avec les dents

 

Vole sans peine

gonflé d’air saumâtre

toi, la seule merveille

que montre du doigt l’enfant

pendant la traversée

 




Poème: Simona Polvani, Agliana, 2015

Traduction : Rossana Jemma, 2016

Image: Horizon. 2014 © Guido Mencari www.gmencari.com

 

“Non l’ho mai fatto finora, intendo, di postare delle micro riflessioni. Il mio blog non è fatto per pensieri salvavita. Tuttavia, questa volta contraddico alla regola e condiviso un post che avevo pubblicato due anni fa, oggi, sulla mia pagina Fb. Lo faccio per me, per pro-memoria. Non è detto, però, che non possa essere utile a qualcun’altra/altro. “



 

Foto pesci

Spesso, quando ci accorgiamo che qualcosa non è adatta a noi, una situazione non ci rispecchia, un rapporto di amicizia o amore non è salutare o ci delude, un lavoro ci fa stare male, usiamo l’avverbio “purtroppo”, a marcare il dispiacere.
Dovremmo invece pensare “per fortuna”, riconoscendo l’importanza di aver avuto la capacità di sentire e capire che qualcosa non è soddisfacente per noi. Quel “per fortuna” è come una finestra con una nuova prospettiva, che ci permette di dare avvio a un cambiamento e di cercare o di essere disponibili a incontrare ciò che ci fa stare bene, consentendoci di evolverci verso una dimensione di noi stessi desiderata.

 

Torno e ne faccio il periplo

Ritorno in luoghi frequentati

Una stagione

Torno in luoghi cari

È periplo di castello ancora

Come fu allora.

 

Cumuli

Di terra scavata

Pieni di buche

Sono le tane dei conigli

Che abitano questo territorio

 

Avere la corsa del coniglio sotto i piedi

Scappare quando c’è da scappare e non restare paralizzati come il cervo a guardare la propria fine venire sotto il colpo del fucile

Essere bestia e uomo

Convocare l’istinto primordiale

Ma per adesso il passo è solo

Camminare lungo il sentiero della recinzione

 

Il vento riempie le orecchie di rumori

Si gonfia di suoni questa landa all’apparenza silenziosa

Sono voci dall’aldilà fischiano ululano sussurrano

 

[“- Alice: Per quanto tempo è per sempre?

- Bianconiglio: A volte, solo un secondo.”]*

 

Non ti oppongo resistenza, vento

Divento arbusto albero fiore

Pendo paurosamente pendo

Verso la recinzione

Temo lo schianto

Una folata

Mi respinge indietro

 

Mi contorce e preme, il vento

Ormai segmentato il corpo

I mie rami piegati da una parte

Mi distrae il rombo di un aeroplano

Che altri porta lontano – Dove?

E un uccello solitario che opposto vola

 

Solo io dalle radici fragili rimango

I sensi intrappolati

Dal coniglio

Che ancora corre

Tutto cambia al muoversi

Di una nuvola

Sole irresistibile agli occhi

Ombra

 


Simona Polvani

(Testo per la déambulation sonore site specific “Le Pas du Lapin”, con Damiano Meacci, residenza di creazione, Château Éphémère, Carrières-sous-Poissy, 16-21 aprile 2016)
* Citazione da “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll




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